Croazia in moto

Croazia in moto - Spalato - Dubrovnik - Bacinska Jezera

DOMENICA 04/06/2006: MILANO - ANCONA (km 435) Dopo aver sbrigato le ultime faccende a casa, alle 13,30 partiamo in sella al nostro Varadero che in 5 ore ci scarrozza fino al porto di Ancona. In 10 minuti sbrighiamo le formalità per il ritiro del biglietto e alle 19, dopo il controllo delle carte d’identità ci imbarchiamo: i veicoli destinati all’imbarco sono pochissimi e in un quarto d’ora la moto alloggia nella stiva della nave.
Prendiamo posto sulle nostre poltrone e, dopo una rapida cena al sacco, io mi addormento. Il traghetto parte puntuale, così mi ha detto Cristina, alle 21. LUNEDÌ 05/06/2006: SPALATO - DUBROVNIK (km 218) Come da programma, alle 7.00 attracchiamo alla banchina del porto di Spalato. La notte è trascorsa bene nonostante qualche contorsionismo dovuto al fatto che il bracciolo tra le poltrone non è amovibile. Le formalità doganali sono minime (controllo delle carte d’identità) e in 10 minuti siamo diretti verso Dubrovnik. All’uscita del porto le indicazioni stradali per la statale Rijeka (Fiume)–Dubrovnik non mancano e quindi non ci sono problemi a districarsi tra le vie del centro. A Omis ci fermiamo in una banca per cambiare gli euro in Kune (1€ = 7,18 kn) e per fare benzina (1lt costa da 7.58 kn a 8 kn). La statale, che e costeggia il mare, è in buone condizioni ed offre degli scorci splendidi. Essendo in bassissima stagione il traffico è scarso ma, in ogni caso, bisogna prestare sempre attenzione nella guida sia perché le curve non mancano e tendono a “chiudere” nella parte finale sia perché i Croati non sempre sono rispettosi del loro codice della strada.
In prossimità di Ploce la strada abbandona la costa e si addentra nell’entroterra: dopo pochi chilometri si arriva ad un belvedere da cui si possono ammirare i Bacinska Jezera, 2 magnifici laghi dall’acqua verde smeraldo.
  • Spalato

    Spalato

  • moto a Dugi Otok

    in moto a Dugi Otok

  • Dubrovnik vecchia

    Dubrovnik

  • Lisa in vespa ad Olib

    Croazia in vespa

Superata Ploce e le sue coltivazioni si attraversa un paesaggio pianeggiante e paludoso. Lungo la strada molti ambulanti vendono frutta e verdura non proprio a buon mercato ma, per fortuna, di buona qualità. A causa della bassa stagione quasi tutte le taverne (konobe) lungo la strada sono chiuse e perciò arriviamo digiuni a Dubrovnik.
L’accesso alla città è garantito dallo spettacolare Ponte di Tudjman, costruito dopo la recentissima guerra per evitare di dover percorrere un profondo fiordo che si trova subito prima dell’inizio del centro abitato.
Superato il ponte si trovano subito le indicazioni per il Camping Solitudo che per 142 kn (20 € circa) ci fornisce un’ampia piazzola per la tenda e la moto. Non è economicissimo ma è ben tenuto, i bagni sono grandi e perfettamente puliti e il mare è a 5 minuti di strada (a piedi). Dopo esserci sistemati decidiamo di andare a fare un po’ di spesa e scopriamo che Dubrovnik è una città molto trafficata: girarvi è un vero inferno, non perché gli automobilisti siano indisciplinati ma, semplicemente perché il traffico è notevole. Decidiamo perciò che l’uso dei mezzi pubblici sarà assolutamente privilegiato per gli spostamenti per andare a visitare la città vecchia (Stari Grad). Trascorriamo il resto del pomeriggio sulla spiaggia affollata di turisti tedeschi e francesi e, dopo una breve passeggiata serale, ci ritiriamo in tenda.
MARTEDÌ 06/06/2006: DUBROVNIK Dopo una notte di sonno ristoratore ed una bella colazione compriamo i biglietti del bus alla reception del campeggio (conviene farlo lì perché costano meno: 7 kn anziché 10 kn sull’autobus) e, giunti sulla strada principale, prendiamo il bus numero 6 in direzione centro (la banchina è quella sul lato della strada opposto a quello della deviazione per il campeggio). Il tempo non è dei migliori: cielo grigio e temperatura fresca sembrano preludere all’autunno anziché all’estate. Il bus arriva dopo 10 minuti e in altrettanto tempo ci porta all’ingresso di Porta Pile (è il capolinea e, quindi, non ci si può sbagliare a scendere) che è la prima delle due porte di Dubrovnik vecchia. La doppia cinta di mura è imponente: 6 metri di spessore del muro nel punto più ampio! Superiamo il ponte levatoio, le due porte ed eccoci sullo Stradun, la via principale della città vecchia, tutta lastricata, su cui si affacciano gli antichi palazzi.
All’inizio dei questa via possiamo ammirare la Fontana di Onofrio e la Chiesa di San Savio, in stile settecentesco con il campanile barocco e il bel portone del XV secolo. Purtroppo la guerra ha devastato pesantemente questa città ma, ad oggi, i lavori di restauro sono stati completati e ad uno sguardo superficiale non si notano molti segni delle devastazioni subite. In realtà, ad un osservatore attento, non sfuggiranno tutti i tetti nuovi ed altri piccoli segni indicatori dei restauri effettuati. In ogni caso bisogna riconoscere la bravura, la velocità e la perseveranza con cui i Croati hanno riportato all’antico splendore questa città e, come vedremo in seguito, anche il resto del Paese.
In fondo allo Stradun ecco la Luza, la piazza su cui si affaccia il superbo Palazzo Sponza, in stile veneziano, sul cui portale è scritta con i chiodi la dicitura “Dogana”. Sulla stessa piazza si affaccia la Chiesa di Sant'Onofrio che, però internamente, è ancora in restauro: i ponteggi celano parzialmente l'altare barocco. Successivamente ammiriamo l'edificio del Comune (del 1425) e il Palazzo dei Rettori. La Cattedrale, con la facciata neoclassica, è stata completamente ricostruita e il suo interno è molto spoglio. Il tesoro, in stile barocco, è esposto in un'apposita sala con ingresso a pagamento.
Molto ben conservata è la Chiesa di S. Ignazio di Loiola, consacrata nel 1725, progettata dall'architetto romano Andrea Pozzo che, con la scalinata a semicerchio, ha voluto portare un po' di sfarzo barocco romano in questo Paese. Man mano che esploriamo la città ci accorgiamo che si popola di turisti: tedeschi e francesi sono ovunque! Ogni metro quadrato disponibile è occupato dai tavolini degli innumerevoli ristoranti ma nessuno ci soddisfa tranne la Konoba Peskerija, all'ingresso del porto vecchio, che è molto caratteristica ed offre porzioni generose a prezzi competitivi. NOTA: L'unica cosa che in Croazia è un po' strana quando si va al ristorante, è il formato delle bottigliette d'acqua: 0,25 lt o 1 lt… nessuna via di mezzo e, inoltre, non è molto a buon mercato se confrontata con birre e bibite.
Ben rifocillati, nel pomeriggio, facciamo il giro di ronda delle mura: il tempo si è messo al bello e il panorama è magnifico. Dall'alto è possibile riconoscere i monumenti visitati durante la mattina e quindi, secondo noi, è consigliabile affrontare il giro delle mura dopo aver visitato la città così che si possano riconoscere i punti di riferimento principali apprezzandoli al meglio.

NOTA: anche se a prima vista non sembra, è possibile fare il giro completo delle mura (2,5 km) in quanto sono completamente percorribili.
Rientriamo in campeggio e ci godiamo il sole sdraiati in spiaggia fino all'ora di cena.
Alessandro e Cristina Bignami (giugno 2006)

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