Croazia Info di Branko e Nicoletta
Croazia in Moto - parte terza
Croazia Korcula

Nel centro di Hvar si possono ammirare la chiesa di S. Stefano con la sua piazza lastricata. Proseguiamo per ammirare il convento francescano (1461) e le opere dei maestri veneziani del cinquecento conservate al suo interno. Decidiamo di pranzare con dei panini ammirando la vista del porticciolo...

Alessandro e Cristina Bignami - abignami AT virgilio.it (giugno 2006)

Hvar Hvar Hvar Hvar

... e della chiesa di S. Stefano e, successivamente, di girovagare senza meta per i pittoreschi violetti del centro antico. Ci allontaniamo da Hvar (dove conviene anche fare benzina se non si ha una grande autonomia di serbatoio) seguendo la strada costiera che conduce prima nel centro di Milna, a cui vale la pena dedicare una mezz'ora per fare due passi sul lungomare, poi in altre piccole località in cui è simpatico scendere per godere dei bei panorami. Superato il tunnel nuovo e Starigrad, ci dirigiamo verso Pitve dove un tunnel dovrebbe condurci alle spiagge della costa meridionale. Giunti al tunnel, scopriamo che si tratta di un budello stretto e non illuminato a senso unico alternato (ma il semaforo sembra non funzionare) con un'indicazione di interdizione di transito alle moto. Dopo una rapida consultazione, da buoni italiani, decidiamo di provare ugualmente a percorrerlo: pessima idea! Anche con gli abbaglianti non si vede nulla oltre i 3 metri di distanza e l'uscita non è visibile. Dopo circa 150 metri sembra quasi che le pareti roccia assorbano la luce. Decidiamo che è troppo pericoloso proseguire e, girata la moto (con fatica, in quanto il tunnel è largo poco più della lunghezza della moto), torniamo indietro.

NOTA: nessuno di noi due soffre di claustrofobia e non abbiamo paura né del buio né delle gallerie ma la sensazione provata nel tunnel è stata veramente sgradevole. Il giorno dopo, all'ufficio del turismo di Starigrad, abbiamo chiesto informazioni sul percorso e ci hanno confermato che per le moto è molto pericoloso a causa delle buche nascoste, del fondo scivoloso e della mancanza di illuminazione.

Hvar Hvar

Rientriamo in campeggio giusto in tempo per evitare un temporale pomeridiano che, fortunatamente, si esaurisce in un'oretta lasciando un bel cielo limpido. Questa sera la cena, a base di grigliata di pesce, si consuma al ristorante Frastica (= Maestral). Dopo mangiato, due passi lungo le banchine del porto non guastano, soprattutto alla luce di una romantica luna piena...

DOMENICA 12/06/2006:
JELSA - STARIGRAD - SPIAGGETTE - JELSA (km 44)
Alle 6,40 siamo in spiaggia, tempo buono e senza vento. Alle 7,30 due signori tedeschi (già visti ieri) si immergono disinvoltamente nell'acqua gelida. Decido di riprovarci: questa volta so cosa mi aspetta ed evito strani ululati da congelamento: mi sto "nordicizzando"! Dopo bagno, colazione e doccia ci rechiamo a Starigrad. Il centro è piccolo e la cartina dell'ufficio del turismo non è di grande aiuto, ma per fortuna ci sono alcuni cartelli segnalano le principali attrazioni. Ammiriamo la chiesa di S. Stefano il cui campanile separato ingloba le pietre dell'antica Pharos (fondata nel 385 dai Greci) ed apprezziamo il monastero domenicano con il piccolo, ma interessante museo i cui pezzi più pregiati sono una "Deposizione nel sepolcro" di Tintoretto ed un crocifisso ligneo di Piazzetta. Per pranzo ci fermiamo al porto godendoci la vista delle barche a vela che attraccano e salpano. Nel pomeriggio andiamo in cerca di spiaggette remote. Dopo vari tentativi (a causa della totale assenza di indicazioni e di probabili modifiche alle strade rispetto a quanto indicato sulla cartina) arriviamo a Plani Rat. Il mare è splendido, di un colore che vira dal turchese al blu cobalto, i sassi della spiaggia sono bianchissimi e i pini marittimi ci fanno ombra: il posto è davvero incantevole.

campeggio Bol - spiaggia Zlatni Rat Bol - spiaggia Zlatni Rat

Da qui, inoltre, si vede l'isola di Brac e il punto dove si trova Bol con il suo "corno d'oro" (che però da qui è invisibile). Trascorriamo qui un paio d'ore di relax e poi rientriamo con calma in campeggio. Per cena gustiamo due bei piatti di Cepvacici (polpettine) con patate fritte ed insalata mista al bistrot Skvec a Jelsa che è modesto ma pulitissimo ed accogliente.

LUNEDÌ 13/06/2006: JELSA - SUCURAJ - DRVENIK - MAKARSKA - SUMARTIN - BOL (km 114)
Alle 7,15 siamo in sella e per le 8,45 circa siamo al porto di Sucuraj. Ci imbarchiamo poco dopo e, sbarcati a Drvenik ci dirigiamo verso Makarska che è un centro molto turistico e brulicante di vita… fin troppa! Alle 12,30, dopo aver acquistato i biglietti, ci imbarchiamo per l'isola di Brac.
NOTA: a Makarska l'imbarco è all'inizio del lungomare, proprio sulla strada principale e non c'è un piazzale ma solo una corsia preferenziale da imboccare prima della curva che immette sul lungomare. Se si sbaglia bisogna fare tutto il giro e tornare indietro (circa 3 chilometri). La biglietteria si trova davanti al punto di imbarco.

Pranziamo in nave e, una volta sbarcati sull'isola di Brac, ci dirigiamo verso Bol. Qui le strade sono migliori e in poco tempo arriviamo alla deviazione per la nostra meta. Scendendo verso di essa abbiamo una prima fugace visione della rinomatissima Zlatni Rat (il corno d'oro). Giunti a Bol scegliamo, tra i vari campeggi, il modesto Meteor, vicino al centro ma in posizione tranquilla. Giunti al cancello crediamo di aver sbagliato e di esser finiti in una casa privata o in un ristorante con pergolato. In realtà è proprio il campeggio, che è gestito da due anziani signori che probabilmente, nel passato gestivano un ristorante con il pergolato. Adesso, sotto le pergole, si posizionano le tende e, nella parte che una volta doveva essere riservata alle cucine, si trovano alcuni tavoli e una cucina attrezzata per potersi preparare una merenda o un pasto.
Montiamo la tenda e, tanto per cambiare, ecco un bel temporale pomeridiano. La prendiamo con filosofia e ci godiamo un paio d'ore di relax nell'area coperta leggendo un libro e gustandoci un karkade preparato nella cucina comune. Terminate le bizze del tempo, il cielo si rasserena, perciò ci rechiamo a vedere la Zlatni Rat. Giunti sul posto parcheggiamo la moto e scendiamo, attraverso il bosco, fino ad un punto dove possiamo ammirare questo strano fenomeno idrogeologico. I colori sono bellissimi e la luce è perfetta anche per le foto.

Bol - spiaggia Zlatni Rat Bol - spiaggia Zlatni Rat isola Brac isola Brac

Passiamo un'oretta passeggiando sulla spiaggia godendoci questo spettacolare panorama nella quasi totale assenza di altre persone (op. in giugno!).
Per cena ci rechiamo in centro a Bol dove selezioniamo il ristorante "Santo", ubicato sul lungomare, ove si mangia molto bene. Rientriamo in campeggio, dove un'allegra brigata di turisti provenienti dalla Repubblica Ceca ci intrattiene con musica e canti fino all'ora del silenzio (le 23).

MARTEDÌ 14/06/2006: BOL - VIDOVA GORA - MILNA - SUPETAR - SPLIT - KASTEL STARI (km 112)
Questa mattina il tempo è splendido e, dopo un buona colazione, ci rechiamo alla Zlatni Rat per prendere un po' di sole. I colori sono belli (ma non come al tramonto) e l'aria è limpida; dopo un paio d'ore torniamo al campeggio e smontiamo il campo.
NOTA: nella zona della Zlatni Rat i parcheggi sono a pagamento. Quello che non ci è piaciuto è la modalità di "estorsione" della tariffa: si arriva al parcheggio (deserto, alle 8,10 del mattino) e non c'è nessun esattore (da notare che, anche la sera prima, in pieno orario di parcheggio a pagamento, non c'era nessun esattore) e quindi ci si aspetta, data la bassissima stagione, che il parcheggio sia gratuito. Quando si ritira il veicolo (nel nostro caso alle 9,45) compare un tizio che ti dice "Amico, 10 kn per tutto il giorno" e ti rilascia uno scontrino (ufficiale). Ovviamente non sono le 10 kn a creare il problema, ma quella sensazione di parcheggio abusivo di periferia malfamata disturba un po'.
Lasciato il campeggio, ci riportiamo rapidamente sulla strada principale che attraversa l'isola e, dopo una decina di chilometri, troviamo, sulla sinistra, la deviazione per Vidova Gora che è il punto panoramico più alto di tutto l'Adriatico (778 m.s.l.). La veduta è mozzafiato!
Lasciata Vidova Gora ci dirigiamo verso Milna, piccolo porto di pescatori poco frequentato dal turismo: la strada per raggiungerlo è abbastanza panoramica ma il paese in sé non riserva particolari attrattive. Verso mezzogiorno arriviamo a Supetar e, dopo aver comprato i biglietti del traghetto per Spalato, ci dedichiamo alla ricerca di un ristorante. Scegliamo il Bistrot Riva: la cucina non è male, ma un po' troppo unta per le nostre abitudini.
Alle 15,30 il traghetto salpa e in poco meno di un'ora siamo Spalato. Usciti dal porto, raggiungiamo la statale e ci dirigiamo verso Nord. Il panorama alle spalle di Spalato è orrendo: zone industriali e palazzi che fanno sembrare i nostri ecomostri delle grandi opere di architettura. A causa della stanchezza, decidiamo di soggiornare in località Kastel Stari nel campeggio Hrabar che altro non è se non l'ampio giardino di una casa privata. Le attrezzature, comunque, sono complete e pulite. L'unico difetto è che il lungomare dista pochi metri e alla sera può capitare che qualche maleducato decida di fare baldoria turbando il sonno del viaggiatore.
NOTA: probabilmente, se non si è troppo stanchi, vale la pena di fare altri 15 km e cercare alloggio a Trogir.

Spalato Palazzo di Diocleziano

MERCOLEDÌ 15/06/2006: KASTEL STARI - SPALATO - TROGIR - KASTEL STARI (km 61)
Dedichiamo la mattina alla visita di Spalato.
NOTA: in moto non abbiamo avuto difficoltà a parcheggiare, tra l'altro il parcheggio ubicato davanti al Palazzo di Diocleziano, almeno in bassa stagione, è gratuito per le moto. Per le macchine il parcheggio è più complicato da trovare ma, accettando di pagare una modica cifra, non dovrebbe essere impossibile parcheggiare rapidamente.
Il Palazzo di Diocleziano (305 d.C) nasce come città-palazzo-castrum per l'imperatore e la sua corte. Nel VII secolo viene occupato dagli abitanti di Salona, in fuga dagli slavi. Nel XV secolo, Spalato diventa veneziana e, durante tutte queste vicende, il palazzo subisce delle continue trasformazioni, che lo portano ad essere un enorme esempio di riuso architettonico.
I sotterranei sono l'unica parte rimasta originale, il mausoleo è diventato la Cattedrale di San Doimo (vale la pena di arrampicarsi sul campanile: i 60 metri di scalette ripagano con un bel colpo d'occhio sul palazzo e sui dintorni) col magnifico portale scolpito del 1214 che raffigura le "Storie di Cristo".       

             

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